Ramia Alanera
La testa della Duchessa
Ramia Alanera fu mozzata dal suo stesso principe,
Alarico d'Urso, nel
Carminio 1256 a
Venalia, di fronte ad una folla attonita e sgomenta e al compiaciuto sguardo venale. Ella pagò con la vita l'eccessivo ardimento che l'aveva condotta a infrangere la Pace del Re, ordinando il massacro di numerosi venali.
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Ritratto della duchessa Ramia Alanera |
Castelbruma
Donna del mare
Cacciatrice
Famiglia dei duchi
Alanera
Dicono di lei
"Una donna davvero ammirevole, immagine di un'epoca d'oro nella quale Brinnici e Brumiani erano fraternamente alleati; sono certo che, se fosse stata ancora viva, certi avvenimenti accaduti in seguito alla sua morte si sarebbero potuti evitare... Inoltre, da lei ricevetti un regalo che divenne il mio portafortuna."
[1]
"Ramia Alanera fu la mia più grande rivale, e nonostante tutto provo ancora grande ed intima ammirazione. La Duchessa del Nord portava nel cuore la furia che solo un'Alanera può avere: determinata, per certi versi altruista, e spietata. Ricordo ancora il suo sguardo pieno di ardore quando il suo stesso principe, Alarico, la giustiziò sul suolo venale, suolo di festa. Forse gli Alanera non avranno mai più un rappresentante di tale presenza... Che la sua memoria rimanga impressa nelle nostra volontà, e sia così degna dei libri di storia."
[2]
- ^ racconta SerpenteNero, sciamano brinnico
- ^ la ricorda ammirato Vasilio Calasteo